AL VIA L’ANNO DEL CIBO ITALIANO NEL MONDO
Al via l’anno nazionale del cibo italiano nel mondo proclamato dal Ministro dei Beni Culturali e del Turismo e dal Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Da gennaio hanno preso il via manifestazioni, iniziative, eventi legati alla cultura e alla tradizione enogastronomica dell'Italia.
Lo stretto legame tra cibo, arte e paesaggio sarà, inoltre, il cuore della strategia di promozione turistica che verrà portata avanti durante tutto il 2018 attraverso l'Enit e la rete delle ambasciate italiane nel mondo e permetterà di evidenziare come il patrimonio enogastronomico faccia parte del patrimonio culturale e dell'identità italiana.
Con ben 5.047 specialità alimentari tradizionali censite sul territorio nazionale l’Italia detiene così il record mondiale per varietà e ampiezza del patrimonio agroalimentare. È quanto emerge dallo studio della Coldiretti sulla base delle specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni.
Quanto alle varie categorie – spiega la Coldiretti – si tratta di 1.521 diversi tipi di pane, pasta e biscotti, seguiti da 1.424 verdure fresche e lavorate, 791 salami, prosciutti, carni fresche e insaccati di diverso genere, 497 formaggi, 253 piatti composti o prodotti della gastronomia, 147 bevande tra analcoliche, birra, liquori e distillati, 167 prodotti di origine animale (miele, lattiero-caseari escluso il burro, ecc.) e 159 preparazioni di pesci, molluschi, crostacei.
Sul podio di quelle che possiamo chiamare le “bandiere del gusto” assegnate a livello regionale troviamo nell’ordine la Campania (515) seguita dalla Toscana (461) e dal Lazio a quota 409. A seguire si posizionano l’Emilia-Romagna (388) e il Veneto (376), davanti al Piemonte con 338 specialità e alla Liguria che può contare su 294 prodotti. A ruota tutte le altre Regioni: la Puglia con 276 prodotti tipici censiti, la Calabria (268), la Lombardia (248), la Sicilia (244), la Sardegna (193), il Friuli-Venezia Giulia (169), il Molise (159), le Marche (151), l’Abruzzo (148), la Basilicata con 114, la provincia autonoma di Trento con 105, l’Alto Adige con 90, l’Umbria con 69 e la Val d’Aosta con 32. Particolarmente ricca, curiosa e colorata la lista delle specialità nazionali, tra cui spicca il comune abruzzese di Campotosto famoso per la sua mortadella, meglio nota, per la sua forma, come coglioni di mulo.
L’offerta enogastronomica rappresenta ormai una primaria motivazione di viaggio nella nostra penisola con quasi uno straniero su quattro (23%) che riconosce nell’Italia il Paese della buona cucina, il 16% ai monumenti a pari merito con la moda, il 15% della pittura/scultura e il 7% del design e il 5% della musica e del teatro secondo una ricerca Ipsos per Enit. Circa un terzo della spesa di italiani e stranieri in vacanza in Italia – conclude la Coldiretti - è destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche.