
Per la prima volta all’estero una mostra sulla famiglia Cascella, cinque generazioni di artisti.
E’ stata di recente inaugurata a Madrid, presso l’Istituto Italiano di Cultura, la mostra La famiglia Cascella. Oltre il Tempo, che presenta per la prima volta in Spagna le opere di cinque generazioni di artisti abruzzesi. La mostra nasce sotto gli auspici del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ed è promossa e organizzata dall’Ambasciata d’Italia a Madrid, dall’Istituto Italiano di Cultura di Madrid e dal Consiglio Regionale dell’Abruzzo con il coordinamento dell’associazione Casa Abruzzo, La Casa degli Abruzzesi in Spagna.
Il progetto, curato da Guicciardo Sassoli de' Bianchi Strozzi dell'associazione Nuova Artemarea, con la supervisione scientifica dell'Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, intende celebrare la storia unica e in continuo divenire della famiglia Cascella, permettendo di scoprire le radici artistiche e l'evoluzione dei generi che la capostipite Basilio Cascella (nato a Pescara nel 1860), hanno poi dato vita ad opere contemporanee, come quelle di Matteo Basilè e Davide Sebastian.
Come per le migliori botteghe d’arte rinascimentali nelle quali la trasmissione del sapere correva di pari passo con l’innovazione, i Cascella hanno saputo interpretare e anticipare i nuovi linguaggi, in ogni epoca. Artisti visionari, innovatori, all’avanguardia si sono espressi in molti campi dell’arte: pittura, illustrazione, editoria, ceramica, scultura, fino alla fotografia e alle ricerche più avanzate del XXI secolo avvalendosi delle ultime tecnologie AI.
La mostra presenta opere iconiche e significative del percorso di ogni artista accompagnate da documenti storici, che permettono una ricostruzione filologica.
La storia di questa famiglia abruzzese è l’esempio emblematico di quel "fare" artistico riconosciuto nel mondo, che si è manifestato ininterrottamente e in varie forme d'arte, di generazione in generazione. La mostra presentata a Madrid sarà infatti il ‘prototipo’ di un progetto itinerante che racconterà un’Italia che è mutata nel tempo ma che ha mantenuto la cultura e la famiglia come punto cardine di una trasmissione di valori, di estetica, di innovazione.
Dopo la prima tappa, è prevista una circuitazione della mostra in altri Istituti Italiani di Cultura nel mondo e sedi istituzionali.
Artisti della famiglia Cascella
Saranno presenti pitture di Basilio Cascella (1860-1950), oltre alle riviste originali da lui dirette come "La Grande Illustrazione e l’Illustrazione Abruzzese" sulle quali vennero pubblicati durante la Prima guerra mondiale i disegni di Umberto Boccioni, di Gino Severini e del primo gruppo futurista. Degli stessi anni, i dipinti che testimoniavano ‘in diretta’ il conflitto realizzati dai figli Tommaso (1890-1968) e Michele Cascella (1892-1988), artisti che raggiunsero presto la fama e che avevano già esposto al "Salon d’Automne" a Parigi nel 1909 oltre ad essere divenuti amici a Milano dei futuristi. Tommaso Cascella, salvato durante la guerra dall’intervento provvidenziale di Gabriele D’Annunzio, prese ripetutamente parte, insieme al fratello Michele, alle Biennali di Venezia a partire dal 1920: una tradizione che è proseguita per gli esponenti della famiglia fino ad oggi. Tommaso e Michele, ebbero un terzo fratello: Gioacchino Cascella (1903-1987), che fu ceramista e ultimo figlio di Basilio Cascella.
La generazione del dopoguerra è rappresentata dalle importanti sculture e progetti di monumenti di Pietro Cascella (1921-2008) e di suo fratello Andrea Cascella (1919-1990). Entrambi scultori, figli di Tommaso, rappresentarono l’Italia in innumerevoli progetti internazionali; di Pietro in particolare, si ricorda la realizzazione del "Controsoffitto della Sala delle conferenze internazionali" oltre ai monumentali "Reggibandiera" dell’ingresso della "Farnesina", il Palazzo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale a Roma, restaurati proprio nel corso di quest’anno 2025 dal Ministero per accogliere le bandiere dell’Italia e dell’Europa nel luogo più evocativo e simbolico della promozione della diplomazia italiana nel mondo. La quarta generazione è rappresentata dal figlio di Andrea, con Marco Cascella (1949) e dai figli di Pietro: la scrittrice Benedetta Cascella (1946), Tommaso Cascella (1951) - dallo stesso nome del nonno pittore – che scandaglia ogni possibilità creativa e simbolica nelle sue pitture, sculture, disegni, oltre che nella tradizione di famiglia nell’editoria, Susanna Cascella (1956), con le sue pitture e disegni su carta e tessuti e, infine, Jacopo Cascella (1972), nel suo surrealismo onirico. La tradizione di innovatori è rappresentata nella quinta generazione dai figli di Tommaso: Matteo Cascella (in arte Matteo Basilé, 1974) che attraverso la fotografia e lo studio continuo dell’intelligenza artificiale indaga l’umano, il trascendentale, dando sostanza a una nuova forma di epica; e da Davide Cascella (in arte, Davide Sebastian, 1981), nell’ambito della ricerca sonora, con fotografie e video ritratti che fanno emergere ogni stato d’animo.
La mostra sarà aperta al pubblico fino al 8 novembre 2025
Orario: da martedì a sabato dalle ore 12.00 alle ore 18.00. Festivi chiusa.
Per maggiori informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
[dal Comunicato Stampa]
9 ottobre 2025
Oggi, martedì 9 settembre 2025, va in onda in prima serata su Rai2 la 3ª edizione del concertone “La Notte dei Serpenti”, ideato e diretto dal Maestro Enrico Melozzi. L’appuntamento è alle ore 21:20, con la trasmissione contemporanea su Rai Radio2 e, per la prima volta, anche su Rai Italia, rendendo così possibile a tutti gli abruzzesi e gli italiani all’estero di seguire in diretta questo grande evento.
"La Notte dei Serpenti” è una straordinaria occasione per far risuonare i canti popolari abruzzesi oltre i confini regionali e nazionali, con nuovi arrangiamenti che mantengono intatta l’autenticità dei testi in dialetto, celebrando così la ricchezza culturale della nostra terra.
Orari di trasmissione nel mondo
Per non perdere questo evento, ecco gli orari di messa in onda nelle diverse aree geografiche:
Un’occasione unica per sentire la forza e la bellezza della nostra cultura che vola oltre i confini, vivendo in diretta mondiale l’energia e l’emozione della Notte dei Serpenti.
Domani, mercoledì 27 agosto 2025, L’Aquila sarà la cornice di un evento straordinario che celebra le radici e l’identità degli abruzzesi sparsi nel mondo: il Giubileo delle Associazioni Abruzzesi nel Mondo. Un’iniziativa dal forte valore civile, culturale e spirituale, concepita per riunire idealmente, nell’ambito dell’Anno Santo, tutte le realtà che custodiscono e trasmettono la memoria e il cuore pulsante dell’Abruzzo.
La scelta della città non è casuale. L’Aquila, definita da Papa Francesco “la capitale del Perdono”, ospiterà l’evento all’interno del Monastero di San Basilio, il più antico del capoluogo abruzzese e custode delle ultime eredi dell’Ordine di Papa Celestino. Il richiamo alla 731ª Perdonanza celestiniana, considerata il primo Giubileo della storia, rende ancora più significativo questo incontro.
Il Giubileo rappresenta un tempo di cammino, memoria e speranza, un’occasione per rinsaldare i legami tra abruzzesi di tutto il mondo. Ogni associazione, ovunque si trovi, è chiamata a sentirsi parte viva di una storia collettiva che attraversa confini e generazioni.
La giornata si aprirà alle ore 10:00 con la Santa Messa, celebrata da S.E. Cardinale Francesco Coccopalmerio, Presidente emerito del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi e Alto Patrono del Sodalizio degli Abruzzesi San Camillo de Lellis. Per seguire la celebrazione in diretta, sarà possibile collegarsi ai seguenti link:
Facebook: https://www.facebook.com/manuwebt
YouTube: https://www.youtube.com/user/ntawizera1/videos
Alle ore 11:00 inizierà la Tavola Rotonda “Il Giubileo delle Associazioni Abruzzesi nel Mondo”, introdotta dal giornalista Angelo De Nicola e coordinata dal Prof. Giuseppe Santeusanio, Presidente del Sodalizio degli Abruzzesi "San Camillo de' Lellis" e consigliere CRAM. Anche questo momento sarà trasmesso in streaming al seguente link: Conferenza su Jitsi Meet
Numerosi rappresentanti delle associazioni abruzzesi, sia italiane che straniere, parteciperanno all’incontro, insieme a personalità del mondo culturale, istituzionale e associativo. Per la Regione Abruzzo ed il CRAM sono previsti interventi del Presidente Marco Marsilio e dell'Assessore Roberto Santangelo. La lista completa dei partecipanti è consultabile nella locandina ufficiale dell’evento.
Questo evento unico sarà un’occasione preziosa per testimoniare il valore delle radici abruzzesi ed il cammino comune che unisce una comunità che vive ovunque nel mondo. Un momento di fede, emozione ed orgoglio, per sentire insieme la forza di una terra e di una storia condivisa.
Per aggiornamenti: Giubileo delle Associazioni Abruzzesi nel Mondo
26 agosto 2025
Lo scorso 3 agosto 2025, presso il Sacrario della Brigata Maiella a Taranta Peligna sono state rese note le scuole vincitrici del concorso nazionale dedicato alla memoria della Brigata Maiella (Medaglia d'oro al V.M.) ed intitolato “L'80° della Liberazione, il lungo cammino della Costituzione”.
Le vicende della Resistenza e dell’emigrazione abruzzese sono profondamente intrecciate. La Brigata Maiella fu una delle poche formazioni partigiane ad affiancarsi regolarmente all’esercito alleato, seguendo le truppe inglesi e poi polacche ben oltre i confini della propria terra. Non si limitarono a liberare l’Abruzzo: combatterono anche nelle Marche, in Emilia-Romagna e fino ad Asiago, portando ovunque coraggio, determinazione e senso di giustizia. Ma al termine di quella lotta, molti di loro tornarono nei paesi d’origine e trovarono solo macerie: case distrutte, comunità spezzate, terre impoverite.
Fu allora che un’altra forma di coraggio li spinse a partire ancora, questa volta verso l’emigrazione. Come tanti altri abruzzesi, cercarono all’estero ciò che la guerra aveva negato: lavoro, dignità, futuro. Le partenze non furono mai solitarie: interi gruppi lasciavano i paesi, spesso con l’intenzione di tornare, ma le distanze e le nuove condizioni di lavoro resero il ritorno sempre più difficile. Partirono verso l'Europa, le Americhe, l'Australia, portando con sé la stessa fierezza che avevano avuto in montagna e sulle linee del fronte, e tracciando un nuovo fronte, quello della sopravvivenza e della ricostruzione, lontano dalla propria terra. Nei cantieri tedeschi, nelle miniere belghe, nei mercati argentini o nelle fabbriche canadesi, portarono con sé la memoria di una lotta per la libertà che non era mai davvero finita.
Molti di loro, una volta stabilitisi all’estero, continuarono a mantenere un forte legame con la terra d’origine, inviando denaro alle famiglie e cercando di migliorare lo status sociale attraverso l’acquisto di terre e case per il ritorno. L’emigrazione abruzzese, già attiva dall’Ottocento, era alimentata da una condizione economica precaria: l’agricoltura montana, la scarsità di infrastrutture e la mancanza di credito rendevano difficile ogni prospettiva di sviluppo locale.
Oggi, il lavoro delle scuole che hanno partecipato al concorso non solo restituisce voce a quella stagione eroica, ma rinnova anche il legame tra chi ha combattuto per un’Italia libera e chi, lontano dall’Abruzzo, continua a custodirne lo spirito. Una memoria che non conosce confini, e che resta viva grazie all’impegno delle nuove generazioni.
Link utili: Associazione Nazionale Brigata Maiella / 3 Agosto 2025: Raduno annuale del “Gruppo Patrioti della Maiella” presso il Sacrario di Taranta Peligna
Oggi ricorre il 62° anniversario del disastro del Vajont, avvenuto nella valle omonima tra Veneto e Friuli Venezia Giulia dove, alla fine degli anni Cinquanta, fu costruita la diga a doppio arco più alta del mondo, capace di sottendere un bacino idroelettrico di oltre 150 milioni di metri cubi d’acqua.
La sera del 9 ottobre 1963, alle 22:39, una frana di circa 270 milioni di metri cubi precipitò nel lago artificiale, sollevando un’onda alta quasi 200 metri. L’acqua fece piovere enormi massi sull'abitato di Casso, distrusse intere frazioni di Erto e, una volta superata la diga, la sua forza distruttrice si abbatté sulla città di Longarone e sulle sue frazioni situate a fondovalle. Il bilancio fu terribile: 1910 vittime ufficialmente accertate.
Nel 2008, designato Anno Internazionale del Pianeta Terra, l’UNESCO ha riconosciuto la catastrofe del Vajont come il caso più emblematico, in epoca recente, di una tragica concatenazione di errori umani e scientifici nella valutazione del rischio geologico.
Nel maggio 2023, l’UNESCO ha inoltre inserito l’Archivio Processuale del Disastro della Diga del Vajont nel Registro Internazionale Memoria del Mondo, istituito nel 1992, per salvaguardare il patrimonio documentario di valore universale, fondamentale per la tutela e la trasmissione della memoria collettiva.
Accanto agli aspetti tecnici e storici, esiste però una dimensione spesso meno raccontata: quella dell’emigrazione.
Il disastro del Vajont non coinvolse solo chi abitava quei luoghi, ma anche chi, da quelle terre, era partito per emigrare e chi, invece, vi era arrivato per lavorare. Storie di migrazione che si incrociano nella stessa tragedia, accomunate dal desiderio di costruire un futuro e dalla ferita profonda lasciata da quella notte.
Erano uomini e donne che, come accade ancora oggi, avevano lasciato la loro terra per inseguire un futuro migliore, portando con sé la nostalgia dei luoghi e degli affetti lontani e il sogno, un giorno, di poter tornare.
Per molti emigranti longaronesi, però, quel sogno di ritorno si spense tragicamente nella notte del 9 ottobre 1963.
All’alba del giorno seguente, i giornali e le radio di tutta Europa diffusero le prime notizie frammentarie. Incredulità e angoscia percorsero le comunità di emigranti: era difficile realizzare che, in una sola notte, case, strade, ricordi e persone amate fossero svanite per sempre. Il quotidiano La Notte riassunse lo strazio degli emigranti rientrati in fretta: “Gli emigranti tornano a casa con il vestito nero in valigia”. Alcuni, come la signora Ada De Col – rientrata dal Regno Unito poco prima del disastro – perse la vita insieme alle altre 1909 ufficialmente riconosciute.
Il disastro del Vajont segnò anche l’inizio di nuove migrazioni. Gli abitanti di Erto e Casso, già provati dagli espropri per la costruzione del bacino e da anni vissuti con la paura che l’intero paese di Erto potesse un giorno sprofondare nel lago, furono costretti a lasciare le loro case e a ricostruire comunità altrove, come nel nuovo paese di Vajont, sorto nella pianura pordenonese. Non tutti, però, si rassegnarono: alcuni decisero di ribellarsi e, nonostante i divieti di legge, tornarono a vivere nei luoghi rimasti, mossi da un legame indissolubile con le loro montagne.
In questo contesto, emerge un legame profondo tra la valle del Vajont e l’Abruzzo. Negli anni della costruzione, decine di minatori di Lettomanoppello (PE) partirono per lavorare al cantiere della diga. Soprannominati "acrobati delle dighe" per la loro capacità di operare appesi a vertiginose pareti di roccia, alcuni pagarono quel lavoro con la vita, come Antonio Nicolai.
Dopo il disastro, il legame con l’Abruzzo si rafforzò ulteriormente, grazie a figure chiave come il giudice Mario Fabbri, il giudice istruttore del processo ai responsabili del Vajont nativo marchigiano ma che aveva prestato servizio come cancelliere presso la Pretura di Nereto (TE), e tanti soccorritori abruzzesi come il tenente degli Alpini Vittorio Valentini di Francavilla al Mare (CH). Inoltre, il processo penale si svolse nei primi due gradi presso il Tribunale de L’Aquila per legittima suspicione.
Questo filo che unisce il Vajont e l’Abruzzo è stato custodito e rinnovato anche da chi, come altri prima di lui, ha portato la propria vita lontano dall’Italia. Andrea Di Antonio, emigrato abruzzese nel Regno Unito, con il progetto Voce del Vajont ha raccolto anni di ricerca per mantenere viva la memoria e rafforzare il legame tra la sua terra e la valle ferita. Il suo impegno ha portato, nel maggio 2025, alla firma di un patto di amicizia tra i Comuni di Teramo e Longarone, dopo quello siglato con L’Aquila nel 2011.
Il disastro del Vajont non è solo la pagina di cronaca di una tragedia evitabile, ma anche la storia di comunità spezzate, di famiglie distrutte, di case e paesi cancellati. Molte vittime non furono mai ritrovate né identificate. Oggi, nel cimitero monumentale di Fortogna, nel Comune di Longarone, una serie di cippi commemorativi rende omaggio alle vittime della tragedia.
Ricordare il disastro del Vajont significa dare voce a chi non l’ha più, onorare la dignità di chi ha perso tutto e rafforzare i legami che tengono unite le comunità.
Significa anche riconoscere il ruolo di chi è emigrato, prima o dopo quella notte, le storie dei migranti originari della valle, di quelli - anche abruzzesi - che vi giunsero per lavorare alla diga o di quanti furono impegnati, all’indomani della tragedia, nei soccorsi e nei processi giudiziari. La tragedia del Vajont non appartiene solo al passato: è un’eredità collettiva che continua a parlarci, ad unirci e ad interrogarci.
Voce del Vajont: il legame con l'Abruzzo
Vajont, un disastro italiano. Gli acrobati delle dighe. [Teche Rai]: "Dal TV7 del 28 ottobre 1963, un servizio sugli operai che presero parte alla costruzione della diga del Vajont, e tra i quali vi furono le prime vittime di quest'opera colossale, negli anni del rischioso cantiere: moltissimi erano abruzzesi, originari dei paesi di Lettomanoppello e Manoppello."
[Foto di copertina "Molti emigrati tornano al paese" di Gianfranco Moroldo - Corriere della Sera]
9 ottobre 2025
In attuazione della L.R. 47/2004 e ss.mm.ii., la Regione cura il rapporto costante con le Comunità di Abruzzesi nel Mondo e, nell’esercizio di tali funzioni, promuove e sostiene le attività delle Associazioni degli Abruzzesi nel Mondo e delle loro Federazioni e Confederazioni, al fine di rafforzare la rete associativa degli abruzzesi nelle aree di vecchia e nuova emigrazione.
Il nuovo Avviso per l’assegnazione di contributi annualità 2025-2026 (Determinazione dirigenziale DPA017/113 del 05.09.2025 - Approvazione avviso pubblico - Determinazione dirigenziale DPA017/116 del 12.09.2025 - RETTIFICA Approvazione avviso pubblico) è volto a finanziare la realizzazione di iniziative di carattere culturale e promozionale attuate dalle Associazioni, Federazioni e Confederazioni iscritte alle due sezioni dell’Albo Regionale degli Abruzzesi nel Mondo, con lo scopo di mantenere e rinsaldare il legame con la propria terra d’origine promuovendo, contestualmente, l’immagine della Regione.
È prevista una dotazione finanziaria complessiva per il biennio 2025-2026 di € 64.630,35.
In particolare, le azioni progettuali dovranno promuovere la cultura e le tradizioni abruzzesi in tutte le loro espressioni, valorizzando il patrimonio storico, artistico, linguistico ed enogastronomico, il territorio e il turismo regionale, favorendo scambi, gemellaggi, iniziative commemorative, attività sociali e il coinvolgimento attivo delle nuove generazioni, in particolare dei giovani di origine abruzzese all’estero.
Sarà possibile inviare le domande di partecipazione entro e non oltre il 5 Ottobre 2025.
Documentazione
Avviso pubblico
Modulistica
File Allegato A - Domanda di partecipazione
File Allegato B - Relazione descrittiva del progetto
File Allegato C - Piano finanziario di progetto
Guida per il proponente: Guida per il proponente
Vent’anni di John Fante. A Torricella Peligna da giovedì 21 agosto parte la ventesima edizione del John Fante Festival, manifestazione organizzata dal comune di Torricella con il supporto della Regione Abruzzo. Il programma prevede un calendario denso di appuntamenti che si dispiegheranno, dal 21 al 24 agosto, nel Comune della Maiella e che vedranno al centro la figura storico letteraria dello scrittore americano di origini abruzzesi, con numerose e interessanti puntate sull’editoria nazionale.
“Questa è un’edizione piena di contenuti – ha commentato l’assessore alla Cultura Roberto Santangelo – attrattiva per un territorio che ha necessità di mettere in mostra la propria storia fatta anche di emigrazione e di successi. Il Festival è ormai diventato un punto di riferimento a livello nazionale, con un crescente successo di anno in anno di pubblico e di critica. Ma soprattutto – ha sottolineato Santangelo – il Festival incarna quella che è la nostra idea di cultura: valorizzare l’identità dei territori, in questo caso quello di Torricella Peligna, la cui storia è indissolubilmente legata al fenomeno dell’emigrazione, da cui partono le implicazioni letterarie che sono tutte contenute in questa manifestazione in grado di attrarre turismo e risorse”.
Di “scommessa vinta” ha parlato la direttrice artistica del Festival, Giovanna Di Lello, che ha illustrato le tre sezioni che sono la struttura del Festival: “territorio”, “giovani” e “John Fante”, elencando gli ospiti che saranno a Torricella Peligna dal 21 al 24. Dalla scrittrice e sceneggiatrice di numerosi film di Troisi, Anna Pavignano (giovedì 21 dalle 18,30) a Remo Rapino, Premio Campiello 2020 (venerdì 22 dalle ore 17,30); da Nicola Grattieri, capo della Procura di Napoli (venerdì 22 dalle 18,30) a Erri de Luca, scrittore tra i più amati in Italia (sabato 23 dalle ore 18,30). Da segnalare l’incontro con Don Mattia Ferrari, cappellano a bordo delle navi ONG (venerdì 22 dalle 21,30), per un dialogo su un tema sempre di attualità: l’emigrazione.
Un invito “a raggiungere Torricella Peligna, pronta ad accogliere gli spettatori del Festival”, è arrivato dal sindaco Carmine Ficca, che ha voluto sottolineare l’impegno di una comunità tutta tesa a valorizzare la propria storia.
[Comunicato e foto dell'Ufficio stampa della Giunta regionale dell'Abruzzo]
Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero ha reso noto il suo parere sul DDL 2369/2025. Pubblichiamo qui la nota completa con il rimando al documento integrale, come riportato dalla fonte, e all'iter del DDL 2369/2025.
"Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero ha espresso il proprio parere formale e obbligatorio in merito al disegno di legge 2369/2025, “Disposizioni per la revisione dei servizi per i cittadini e le imprese all’estero”, attualmente all’esame della Commissione Affari Esteri della Camera, che sul tema il 26 giugno ha audito la segretaria generale del CGIE Maria Chiara Prodi.
Pur con l’obiettivo dichiarato di razionalizzare le procedure e rendere più efficiente il sistema di riconoscimento della cittadinanza, il provvedimento contiene elementi che rischiano di compromettere il pieno esercizio dei diritti da parte degli italiani residenti all’estero. In particolare, l’impianto amministrativo delineato potrebbe generare disfunzioni nel rapporto tra cittadino e Stato, già fortemente segnato dalla gestione non uniforme dei dati anagrafici e dalla digitalizzazione incompleta. Uno dei principali nodi critici evidenziati riguarda la gestione dei dati anagrafici tra Ministero dell’Interno e Ministero degli Affari Esteri, che operano su banche dati separate. La mancata interoperabilità automatica tra Comuni italiani e Consolati all’estero continua a produrre disallineamenti, che il DDL 2369 non sembra affrontare in modo efficace. La centralizzazione a Roma del trattamento delle pratiche di cittadinanza rappresenta un rischio concreto di rallentamento delle procedure e di perdita di competenze maturate dai Consolati. Inoltre, la documentazione cartacea inviata per posta, spesso da Paesi che rilasciano solo certificati digitali, rischia di compromettere l’efficienza e l’affidabilità dell’intero sistema.
Il CGIE sottolinea il valore delle competenze consolidate dagli uffici consolari (verso i quali il Governo sembra non nutrire fiducia) nel trattare la documentazione straniera, difficilmente trasferibili a un organismo centralizzato. La nuova organizzazione rischia quindi di disperdere un patrimonio amministrativo fondamentale, oltre a indebolire la relazione tra cittadini e Stato, già oggi percepita come distante e farraginosa.
L’introduzione di criteri discrezionali e quote non definite per la trattazione delle domande di cui il richiedente non può avere contezza rappresenta inoltre la limitazione di un diritto soggettivo che viene subordinato alla disponibilità di risorse e di personale.
Richiamando il principio costituzionale di sussidiarietà, il CGIE si interroga poi sulla scelta poco lungimirante di non coinvolgere le organizzazioni di rappresentanza intermedia e di erogazione dei servizi all’estero nella riorganizzazione proposta. Chiede inoltre di riesaminare la competenza ministeriale del nuovo sistema, ritenendo più appropriato e coerente l’incardinamento del servizio centralizzato presso il Ministero dell’Interno rispetto all’attuale previsione della collocazione presso il MAECI.
Il CGIE intende vigilare con costanza sul percorso di attuazione della trasformazione amministrativa presentata nel Disegno di Legge; si conferma sempre disponibile al dialogo, nella convinzione che solo attraverso un confronto costruttivo è possibile realizzare una riforma che semplifichi le procedure senza penalizzare i diritti degli italiani nel mondo." da Cittadinanza, il parere del CGIE sul DDL 2369: pone ostacoli all’esercizio dei diritti degli italiani all’estero
14 agosto 2025
Un importante momento di riflessione e di discussione sul tema degli abruzzesi nel mondo si svolgerà sabato 4 ottobre a Sulmona, a partire dalle 9,30.
L’incontro, dal titolo “GIOVANI SGUARDI SULL’EMIGRAZIONE” – Nuovi metodi, nuove storie: l’emigrazione abruzzese nella scuola” – è volto a valorizzare il ruolo di un Istituto di eccellenza della città di Sulmona. Si svolgerà nella sala biblioteca del liceo classico “Ovidio”, in piazza XX settembre, dell’Istituto di istruzione superiore che ingloba anche il liceo di Scienze Umane e il liceo artistico della città. In quella sede si offrirà, davanti ad una platea di cittadini, autorità, docenti e studenti, una riflessione storica, culturale e sociale sul fenomeno migratorio visto dagli studenti del liceo delle Scienze Umane che da alcuni anni stanno lavorando sul tema dell’emigrazione nell’area peligna.
Una tavola rotonda su “L’Abruzzo nel mondo”, a partire dalle ore 11,30, vedrà la partecipazione di diversi presidenti delle comunità abruzzesi in Italia: Marco Cicimurri, Presidente dell’Associazione Abruzzese Aprilia Comunità Gran Sasso D'Europa; Ugo Falcone, Presidente dell’Associazione Abruzzesi e Molisani in Friuli Venezia Giulia APS; Vincenzo Giannico, Presidente dell’Associazione Abruzzese "Raffaele Mattioli" di Milano; Andrea Lucci, Presidente della “Libera Associazione Abruzzesi Trentino Alto Adige; Angela Moschetta Vannucci, già Presidente dell’Associazione "Gli Abruzzesi a Firenze" e Giuseppe Santeusanio, Presidente del Sodalizio degli Abruzzesi "San Camillo de' Lellis" di Roma. Parteciperà anche Angelo dell’Appennino, fondatore dell’Associazione Lancianese Emigranti Abruzzesi nel Mondo, già presidente per 20 anni dell’associazione di Milano.
Le associazioni italiane sono rappresentate in seno al CRAM - Consiglio Regionale degli Abruzzesi nel Mondo - dal prof. Giuseppe Santeusanio, Presidente del Sodalizio degli Abruzzesi di Roma (eletto come rappresentante-portavoce delle comunità abruzzesi in Italia).
Nel corso della discussione di farà il punto su quello che rappresentano oggi le comunità di abruzzesi in Italia e nel mondo, sulle loro attività, le loro storie, i loro bisogni.
Mentre nella mattina verrà dato spazio agli interventi dei rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni di abruzzesi, nel pomeriggio si svolgeranno altri due momenti significativi. Inizialmente si terrà un laboratorio a cura di due artisti italo argentini, Maxi Manzo ed Elizabeth Ridolfi, su “La musica come linguaggio per raccontare l’emigrazione”. Maxi Manzo, già autore del docufilm “El Vestido de Dora” è reduce da una serie di concerti nei quali racconta il senso di appartenenza delle comunità di italiane in Argentina, descrivendo, attraverso il linguaggio della musica, ciò che deriva da due culture che mescolano le loro tradizioni e le loro
A seguire, dalle 17 in poi, si svolgerà la cerimonia di conferimento del Premio “Migranti d’Abruzzo” – Global Abruzzo Excellence Awards che ALI ETS, Organismo di Volontariato, ha ideato e organizzato per il terzo anno consecutivo. La cerimonia vedrà la partecipazione di personaggi, che si sono affermati in vari campi fuori dall’Abruzzo ed esprimono l’eccellenza della nostra regione:
DANIELA DI SANTO, architetto, affermatasi a Lussemburgo, dove dirige il prestigioso Fonds Belval (fondo pubblico delegato alla realizzazione delle opere di interesse pubblico);
ALESSANDRO BELLISARIO, cardiochirurgo che opera a Roma;
NICOLAS ZAPPA, giovane attore affermatosi a Londra;
ELIZABETH RIDOLFI, violinista l'Orchestra Nazionale di Musica Argentina a Buenos Aires;
ANTONELLA MENDOZA, campionessa in discipline emergenti come la BMX e il Pump Track;
FELICIANO DE SANTIS, ingegnere e geologo di fama in Venezuela.
L’edizione 2025 del Premio è dedicato alla memoria dell’avv. Michele Celidonio, senatore della Repubblica, un protagonista della storia di Sulmona, che ha sostenuto con generosità migliaia di emigranti, offrendo aiuti economici per permettere loro di partire, e continuando a sostenerli anche dal punto di vista burocratico per facilitare il loro inserimento in Paesi stranieri. Il Premio verrà ritirato dalla figlia.
L’iniziativa è organizzata da ALI ETS, Organismo di Volontariato, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio dell’Aquila ed il patrocinio del Comune di Sulmona e del CRAM, Consiglio regionale degli Abruzzesi nel Mondo.
[Comunicato stampa]
Dal 21 al 24 agosto 2025 torna a Torricella Peligna, in Abruzzo, il John Fante Festival “Il dio di mio padre”, diretto da Giovanna Di Lello.
L’evento, che quest’anno festeggia la sua XX edizione, è organizzato dal Comune di Torricella Peligna per ricordare e omaggiare lo scrittore americano John Fante (1909-1983), il cui padre Nicola era un muratore originario proprio di questo piccolo borgo abruzzese.
La giovinezza di Arturo Bandini è il tema al centro di questa edizione: un viaggio di scoperta dove ogni esperienza, ogni incontro, contribuisce a plasmare la sua identità. Bandini vive un fervente desiderio di libertà, alla ricerca di un posto nel mondo, che lo spinge a scrivere con ardore e autenticità.
Gli ospiti attesi: i figli del grande scrittore Victoria e Jim Fante, che apriranno il Festival, lo scrittore Erri De Luca, il procuratore e saggista Nicola Gratteri, la scrittrice Anna Pavignano, lo scrittore Remo Rapino, la scrittrice Giulia Caminito, il giornalista Carlo Paris, lo psichiatra Alberto Pellai, Don Mattia Ferrari, cappellano di Mediterranea Saving Humans, lo scrittore francese Max De Paz, autore del romanzo d’esordio Mendicare (nottetempo) bestseller in Francia, lo scrittore, già vincitore del Premio Opera Prima nel 2018, Peppe Millanta, il cantastorie Marcello Sacerdote, il writer Flycat, i musicisti Peppe Voltarelli e Luca Romagnoli, il gruppo ASSAI LIVE.
E poi ancora Alina J. Di Mattia, Nicola Mastronardi, Gianni Giammarco, Alessandro Testa, Enrico Mariani, Luigi Galella, Alessio Biagi, Antonio Cuciniello, Edoardo Puglielli, Enzo Fimiani, Antonella Presutti, Angelo Cennamo, Valerio Carbone, Simone D'Alessandro.
Una delle serate sarà dedicata all’annuncio e alla premiazione del vincitore del Premio John Fante Opera Prima. I tre romanzi finalisti di questa edizione selezionati dalla giuria degli Esperti del Premio – presieduta da Marino Sinibaldi e composta da Carola Carulli, Remo Rapino e Aurora Tamigio – sono: Marta Aidala con La strangera (Ugo Guanda Editore, 2024), Marco Bonfanti con Appunti contadini (Edizioni Clichy, 2025) e Paolo Valoppi con Mio padre avrà vita eterna ma mia madre non ci crede (Feltrinelli Editore, 2024).
Sarà assegnato anche il Premio Arturo Bandini. Voci oltre i confini a Saba Anglana per il romanzo La signora meraviglia (Sellerio, 2024).
Il Premio John Fante Opera Prima Cinema, invece, quest'anno va all'opera Quello era un posto (Morellini) di Sonia Maria Laezza. La giuria è presieduta da Masolino D’Amico e composta da Stefano Odoardi, Piercesare Stagni, Roberta Sibona e Silvia D’Amico.
Per il Premio John Fante Opera Prima sezione Abruzzo – la cui giuria è composta da Mario Cimini (presidente), Elsa Flacco e Antimo Amore – l’opera scelta è Il silenzio della neve che cade (Radici Edizioni) di Giovanni Paolone.
Durante il festival sarà presentato il nuovo bando del Premio Italia Radici nel Mondo–Toto Holding, giunto alla sua seconda edizione, nato dalla sinergia tra il John Fante Festival “Il dio di mio padre” e il Piccolo Festival delle Spartenze. Migrazioni e Cultura, con la partnership di Toto Holding, concorso di racconti inediti rivolto agli italiani e alle italiane residenti all’estero e agli/alle italodiscendenti. Il tema dell’edizione 2025 è “Donne in emigrazione”. La giuria è presieduta da Vito Teti.
Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso gratuito, fino a esaurimento posti. Non è necessaria la prenotazione.
Il programma integrale dell'edizione 2025 del John Fante Festival "il dio di mio padre"
Pagina Facebook ufficiale del John Fante Festival "il dio di mio padre"
Il John Fante Festival ha ricevuto, tra gli altri, anche il patrocinio del CRAM.
[dal Comunicato ufficiale del John Fante Festival "Il dio di mio padre"]
18 agosto 2025
Oggi, 8 agosto 2025, ricordiamo la tragedia di Marcinelle, avvenuta nel 1956 nella miniera belga di Bois du Cazier, dove persero la vita 262 lavoratori, di cui 136 italiani. Una data simbolo del sacrificio e delle dure condizioni affrontate da migliaia di emigranti italiani, tra cui molti abruzzesi, costretti a lasciare la propria terra in cerca di lavoro e dignità.
Numerose sono le iniziative che, nel corso della giornata, si svolgono in diverse località dell’Abruzzo e presso il sito Bois du Cazier, per commemorare i Caduti del lavoro italiano nel mondo e per ricordare i minatori che persero la vita nella tragedia di Marcinelle, di cui 60 abruzzesi.
Cerimonie istituzionali sono previste, tra le altre, nei comuni di Manoppello, Lettomanoppello, Turrivalignani, Serramonacesca e a Passo Lanciano. Alcuni eventi culturali si terranno nel pomeriggio ed in serata a Manoppello, Ovindoli, Turrivalignani e Pescara. Per il dettagli dei singoli programmi si rimanda alle locandine dedicate.
In Belgio, il sindaco di Manoppello, Giorgio De Luca, e gli assessori Roberto Cavallo e Noemi Tridenti, partecipano a Charleroi alle commemorazioni ufficiali presso l’ex sito minerario di Bois du Cazier – oggi museo, centro studi e patrimonio UNESCO. L’iniziativa, promossa dalle autorità belghe, vede la presenza di rappresentanti istituzionali italiani ed europei. Tra i partecipanti anche l’abruzzese Pierre Di Toro, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles.
Il Comune di Fossacesia si appresta ad intitolare una via o un luogo pubblico ai Caduti del lavoro italiano nel mondo, in occasione di questa della data odierna, dichiarata la "Giornata Nazionale del Sacrificio del Lavoro Italiano nel Mondo". La Giunta Comunale approverà in giornata una delibera in vista del 70° anniversario della tragedia di Marcinelle, che sarà commemorato l’8 agosto 2026 con una cerimonia pubblica e la scopertura di una targa. L'iniziativa sarà trasmessa alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, in linea con l’invito alle amministrazioni pubbliche a promuovere iniziative commemorative in ricordo dei lavoratori italiani emigrati.
Il CRAM – Consiglio Regionale degli Abruzzesi nel Mondo – si unisce al ricordo di questa dolorosa pagina della nostra storia e rinnova il proprio impegno a custodire e valorizzare la memoria dell’emigrazione abruzzese, affinché non venga dimenticata e continui ad ispirare un futuro fondato sulla solidarietà, sul rispetto e sulla tutela della dignità umana.
Video della Cerimonia di Commemorazione presso l'ex sito minerario di Bois du Cazier
8 Agosto 2025