Mara Di Giammatteo, con la mostra "Rapsodikòs", ha portato la lingua pretarola a Bruxelles

Fino al 28 agosto 2024 la sede della Rappresentanza della Regione Abruzzo a Bruxelles ospiterà “Rapsodikòs”, la mostra personale dell’artista Mara Di Giammatteo.

La Mostra consta di una serie di lavori e allestimenti di arte contemporanea, realizzati attraverso l’antica arte della tessitura e del ricamo. L’artista ha voluto creare un omaggio ai componimenti della poetessa pretarola Ginevra Bartolomei (1909-2007), figura che, grazie alle sue testimonianze, orali e scritte, ha permesso di mantenere memorie dell’antica lingua di Pietracamela (TE), oggetto di studio di esperti e linguisti, non solo italiani ma anche europei, negli ultimi ottant’anni.

L’intuizione concettuale dell’artista muove dall’analisi dei testi raccolti nel volume La lingua “degna”. Pietracamela e il pretarolo nei testi di Ginevra Bartolomei. Profilo linguistico, norme di lettura, antologia poetica, opera a cura di Giovanni Agresti (dir.), Silvia Pallini e Graziano Mirichigni, nipote della poetessa e custode dei suoi manoscritti e delle testimonianze video e sonore, i quali hanno condotto un attento lavoro di raccolta, trascrizione e traduzione degli oltre cento componimenti di Ginevra Bartolomei, oltre ad aver proposto un sistema di norme di trascrizione fonetica e restituito un ampio e dettagliato quadro storico e linguistico del pretarolo.

La Mostra “Rapsodikòs”, a cura di Maria Chiara Wang, si lega alla suddetta opera e trae ispirazione proprio dalla poesia e dalla voce di Ginevra Bartolomei, condensando nella materialità della tessitura il senso profondo di alcune parole scelte, che si palesano sulla tela, creata artigianalmente secondo tradizione, per tramandare rapsodicamente il valore storico, antropologico e identitario della lingua pretarola. In questo senso, il lavoro di Mara Di Giammatteo rappresenta, al pari di altre rare significative iniziative, un tentativo di sottrarre al pericolo dell’oblio la parlata pretarola e di farla conoscere anche al di fuori della piccola realtà locale, così come le poesie di Ginevra Bartolomei, elementi identitari della comunità di Pietracamela, uno dei Borghi più Belli d’Italia, incastonato nel massiccio del Gran Sasso d’Italia (1005 metri slm) e caratterizzato da notevolissime emergenze culturali.

La mostra sarà visitabile presso i locali della Regione Abruzzo a Bruxelles, in Avenue Louise 210, fino al 28 agosto, tutti i giorni dal lunedì al giovedì dalle 9:30 alle 18:30 e i venerdì dalle 9:30 alle 12:30.

L'evento, che si avvale dell'Alto Patrocinio della Regione Abruzzo ed il sostegno del Comune di Pietracamela e della Camera di Commercio del Gran Sasso d'Italia, promosso dall'Associazione LEM-Italia, si inserisce altresì nel ventaglio delle iniziative dell’Anno delle Radici italiane nel mondo istituito dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale con il fine di valorizzare le storie di emigrazione, sacrificio e successo degli avi degli italo-discendenti nel mondo e preservarne la memoria. Lo fa proprio omaggiando il dialetto pretarolo, estremamente connotato rispetto alla koinè dialettale abruzzese, e i componimenti di un’autrice, Ginevra Bartolomei (1909-2007), che ha accompagnato in versi (in italiano e in pretarolo) la storia di un’intera comunità di montagna, colta in alcuni snodi storici fondamentali: la vicenda migratoria (verso il Canada, in particolar modo), la trasformazione della montagna ad uso turistico, lo spopolamento e la desertificazione anche spirituale del paese, la costruzione “eroica” delle infrastrutture viarie.

Oggi i manoscritti della Gina, com’era nota in seno alla comunità locale, sono editati e incorniciati da una consistente introduzione di taglio sociolinguistico e dialettologico e da un ricco apparato di note e indici (spicca in particolare il denso indice dei nomi – toponimi e antroponimi), oltre che da diversi supporti multimediali (QR-codes scannerizzabili i quali danno accesso a numerosi contenuti audiovisivi) e da arazzi artistici che rendono visiva, materica e viva la parola pretarola.

[Comunicato ufficiale della mostra]

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