La cucina abruzzese si fa strada anche a Firenze
A Firenze, in Piazza San Marco, tra Palazzina Livia e la basilica della Santissima Annunziata, c’è un posto dove la gastronomia d’Abruzzo sposa la cucina toscana.
Si tratta dell’Osteria Accademia, dei fratelli Gianni, Enrico e Aldo IACOVITTI, originari di Tufillo, in provincia di Chieti. Un ristorante d’alta cucina che propone piatti tipici abruzzesi rielaborati in chiave contemporanea, unitamente a quelli della tradizione fiorentina, o anche piatti originali che uniscono ingredienti e tradizioni delle due regioni.
L’Osteria Accademia è stata inserita dalla rivista Il Golosario tra le migliori dieci osterie italiane nella guida del Golosario 2021, un prodotto editoriale che si sta facendo strada nel mondo della cultura gastronomica italiana. Grazie a un’approfondita ricerca, effettuata seguendo le segnalazioni degli autori e di 90 collaboratori, sono stati visitati e mappati più di 3.000 locali tra ristoranti, trattorie, osterie e locali di tendenza in Italia, distinguendoli per tipologia di attività. Il riconoscimento ricevuto dall’Osteria Accademia è motivo d’orgoglio per i tanti abruzzesi che risiedono a Firenze, e in particolare per quanti sono riuniti nel circolo “Gli abruzzesi a Firenze” presieduto dal dottor Vincenzo Angelini.
“Nella piazza dove c’è l’ingresso al convento quattrocentesco di San Marco – afferma Vincenzo Angelini - che ospita affreschi rinascimentali famosi nel mondo, e a poche decine di metri dall’Accademia delle Belle arti, nel cui Museo è esposto il David di Michelangelo, insomma nel cuore della Firenze capitale dell’arte rinascimentale, si trova questo angolo d’Abruzzo, riconosciuto per la qualità dei piatti tradizionali, preparati sulla base di materie prime di origine controllata e di prodotti tipici locali scrupolosamente scelti tra i migliori d’Abruzzo”.
Come dire: visitate questi magnifici luoghi d’arte, ma concedetevi una pausa golosa per conoscere la cucina di una regione d’Italia che – senza nulla togliere alla cucina tostana – può costituire una piacevole rivelazione, alla stregua della “scoperta” di tanti capolavori dell’arte rinascimentale.