Abruzzesi in Slovenia nei luoghi della Prima Guerra Mondiale
Nel quadro delle attività storico culturali, una delegazione della Libera Associazione Abruzzesi Trentino Alto Adige guidata dal presidente Sergio Paolo Sciullo della Rocca, Ambasciatore d’Abruzzo nel Mondo, congiuntamente ad una rappresentanza dell’Accademia Culturale San Venceslao di Bolzano, si sono recati in Slovenia.
Lo scopo è stato quello di visitare i luoghi dove cruenti furono i combattimenti tra l’Esercito Italiano e l’Esercito Austriaco nel corso della prima guerra mondiale, oltre che per visitare le sedi dove furono dislocate le Caserme del Battaglione Alpini L’Aquila a Tolmin, e quella del Battaglione Alpini Val Pescara a Bovec nell’alta Valle dell’Isonzo. Tra i componenti della delegazione gli storici Roberto Casanova e Gabriele Di Lorenzo che in ogni luogo raggiunto hanno effettuato l’inquadramento topografico della zona e spiegato con alta competenza i moventi delle truppe e le fortificazioni di alta montagna, in particolare quelle del Monte Nero e del Monte Canino. Nell’itinerario hanno reso omaggio ai caduti italiani della prima guerra mondiale presso la “Cappella Alpina Torneranno” a Vojoska di Gabrje e presso il “Sacrario Militare Italiano” a Kobarid davanti al quale giurarono gli alpini del Battaglione Val Pescara prima di essere inviati a combattere in Albania nel corso della seconda guerra mondiale. Sosta doverosa presso il Museo di Kobarid dove si è tenuto un brefing illustrativo inerente alla varie battaglie dell’Isonzo, mentore e guida sapiente è stato Vojko Hobic ex direttore del Museo della Grande Guerra, che tra l’altro ha mostrato agli illustri ospiti i vari cimeli e reperti di guerra oltre alle foto d’epoca inerenti alla linea ferroviaria militare che collegava Cividale del Friuli con Caporetto (attuale Kobarid) realizzata per favorire i rifornimenti italiani sulla linea dell’Isonzo, rimasta attiva dal 1916 al 1920 per uso militare e dal 1921 al 1932 per uso civile. In questa occasione l’esperto di storia militare Gabriele Di Lorenzo nella sua replica di chiusura dopo il saluto di ringraziamento del presidente Sciullo della Rocca ai convenuti, ha evidenziato che le battaglie combattute nella zona dell’Isonzo rientrano tra le prime operazioni caratterizzate da elementi di guerra lampo, emblematici restano i combattimenti degli alpini nelle alpi slovene che rientrano nel novero dei più grandi combattimenti tenuti in alta montagna nella storia dell’umanità dove le sofferenze degli alpini nel corso dell'estenuante guerra di posizione in cui gli eserciti si contendevano palmo a palmo i terreni più impervi, furono costretti a combattere e a morire di ferite o di stenti a 2.500 metri di quota, queste difficoltà oggettive, insieme all’undicesima battaglia dell’Isonzo è stata la più grande campagna militare combattuta sul suolo sloveno.