L'Epifania, tradizione tutta italiana
Tra le tradizioni d’Abruzzo legate al periodo delle feste va annoverata quella dell’ Epifania, “che tutte le feste porta via”. Questo giorno è l’ultima occasione di festa per tanti, soprattutto per i bambini prima di ritornare a scuola, ma anche per gli adulti che insieme ai più piccoli sono i protagonisti di una tradizione che in Abruzzo è radicata nei secoli e che è tuttora molto sentita in molte località.
Quella che noi chiamiamo Befana è in realtà una figura disegnata da una millenaria stratificazione di culture e simboli. Da una parte la tradizione cristiana, prima manifestazione di Cristo ai Re Magi, dall’altra una serie di tradizioni folcloristiche legati ai riti di Capodanno, coincidenti col solstizio d’inverno e che nel corso dei secoli hanno finito per sovrapporsi e identificarsi al ciclo cristiano del Natale.
Si dice che i Re Magi, sulla via di Betlemme avessero bussato all’uscio di una casa per avere indicazioni sul tragitto. La vecchina che aprì non seppe dare loro alcun riferimento e non accettò neanche la proposta dei 3 Re di unirsi a loro per adorare Gesù. Pentitasi del suo rifiuto, sembra, poi, che la vecchina si mettesse in viaggio alla ricerca del “Re dei Re” e che fermasse tutti i bambini sul suo cammino per dare doni, nella speranza che uno di essi fosse quello cercato. E così ogni anno, la sera dell’Epifania lei si mette alla ricerca di Gesù e si ferma in ogni casa dove c’è un bambino per lasciare un regalo, se è stato buono, o del carbone, se invece ha fatto il cattivo.
Le leggende popolari legate all’Epifania sono tante, prima fra tutte quella della Befana, la vecchina brutta, che veste abiti rattoppati e si muove a cavallo di una scopa, a volte spaventando con cenere e carbone i bambini che si sono comportati male e a volte facendo sorridere per i suoi tratti caricaturali.
A loro volta i bambini preparano per la vecchia un mandarino o un’arancia e un bicchiere di vino. Il mattino successivo insieme ai regali troveranno il pasto consumato e l’impronta della mano della Befana sulla cenere sparsa nel piatto.
A queste leggende, in Abruzzo se ne aggiunge un’altra, quella per cui la notte tra il 5 e il 6 gennaio, gli animali si mettono a parlare ma guai a riferire le loro conversazioni, pena la morte.
In tutto l’Abruzzo il giorno dell’Epifania si tengono manifestazioni per la Befana dedicate ai bambini, si organizzano letture animate di fiabe, maxi tombole, distribuzione di calze piene di dolcetti, si organizzano pomeriggi danzanti nei palasport e fiere.
A Pescara, per esempio, è ormai tradizione che la Befana venga dal mare, mentre a Teramo la Befana scende dal campanile della chiesa della piazza principale e qui distribuisce calze di dolci a tutti i bambini.
E veniamo a segnalare eventi molto particolari, saldamente legati a tradizioni secolari delle comunità locali: quello di Scanno e quello di Lama dei Peligni (CH).
Nel piccolo borgo di Scanno, ogni anno gruppi di cantori danno vita a questue itineranti: dalle 22.00 della vigilia dell’Epifania, fino a notte inoltrata fanno visita alle case del paese cantando delle serenate dette “Chezette”.
Nel paesino teatino, invece, il 6 gennaio la popolazione, in particolare i bambini, si reca in chiesa per baciare Gesù Bambino che, portato in paese secoli fa da un frate francescano dalla Terra Santa, si crede abbia poteri taumaturgici, dovuti al fatto di aver preservato la popolazione dalle pestilenze nei tempi passati.
Tutti da bambini abbiamo imparato a menadito questa filastrocca:
La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte col vestito alla "romana" viva viva la Befana !!
Porta cenere e carboni ai bambini cattivoni ai bambini belli e buoni porta chicchi e tanti doni !