Mancano pochi giorni alla XXVI edizione del Premio Internazionale Ignazio Silone che si svolgerà a Pescina dal 19 al 22 agosto.
Un ricchissimo calendario di appuntamenti che si snoda tra convegni, spettacoli teatrali, passeggiate, mostre, proiezioni ed e omaggi ad Ignazio Silone.
Il giorno 20 agosto, alle ore 10:30, si terrà al Teatro San Francesco un Convegno dal titolo “Le migrazioni, tra storia ed attualità, per una regione laboratorio di nuove politiche di sviluppo”.
Nello stesso giorno alle ore 16:00 si parlerà di un altro illustre marsicano grazie alla presentazione del libro a lui dedicato: “Vincent Massari. Cronache di un abruzzese in America” di Alessio De Stefano (Radici Edizioni).
Vincent, grande appassionato e divulgatore dell’opera siloniana, emigrò in America nel 1915, dove ebbe un’importantissima carriera come cronista, editore, sindacalista e uomo politico, fino a diventare senatore.
Nella giornata di commemorazione della morte di Ignazio Silone, il 22 agosto, avverrà anche la cerimonia di conferimento del “Premio Internazionale Ignazio Silone”.
Nel mese di luglio si sono già svolti i primi interessanti incontri, alcuni dei quali dedicati al tema dell’emigrazione e delle radici, dalla “Passeggiata Fantiana – sulle tracce di Nick e John con maratona di lettura”, alla tavola rotonda “Radici nel Mondo, con la presenza di Giuseppe Sommario (curatore del volume “Scoprirsi italiani. I viaggi delle radici in Italia”), Morena La Barba (curatrice della ricerca “I pubblici cinematografici dell’emigrazione italiana nel mondo” in "Schermi. Storie e culture del cinema e dei media in Italia"), Umberto Mucci (direttore della rivista “We The Italians. Two flags one heart”) e la presentazione del Premio per racconti inediti “Italia Radici nel Mondo”, ideato da Giovanna Di Lello e Giuseppe Sommario.
Quasi ogni cittadina o borgo abruzzese può ricordare uno o più dei suoi ‘figli’ emigrati, divenuti importanti e famosi in vari ambiti professionali, fuori regione e nel mondo. Introdacqua vanta così di aver dato i natali anche a Ilio DiPaolo, campione mondiale di wrestling e persona dal grande cuore, sempre disposto ed impegnato ad aiutare il prossimo.
Tante sono le commemorazioni che si svolgono in questi giorni nel ricordo della Tragedia di Marcinelle, 67 anni dopo quel terribile evento, che avvenne l’8 agosto del 1956 e che comportò la morte di tanti italiani, moltissimi dei quali abruzzesi.
Di seguito il comunicato del Comune di Manoppello 👉 https://comune.manoppello.pe.it/notizie/1967561/omaggio-minatori-morti-67-anni-fa-belgio-incendio?fbclid=IwAR1jCYOSiBGMRDC3n9gHTzQASOgsdWauKcXNavPvFFOKEGrvqbu0dmjyK9g
"A pochi giorni dalla scomparsa di Maria Di Valerio, testimone e tra le ultime vedove di Marcinelle; Manoppello si appresta a commemorare, martedì 8 agosto, le vittime del disastroso incendio della miniera di carbone di Bois du Cazier, nel Comune belga di Charleroi. Qui persero la vita 262 minatori, di cui 136 erano italiani. Di questi 60 erano abruzzesi, 22 di loro provenivano Manoppello per questo considerata “Città Martire”. Fu il terzo incidente minerario per il numero di morti italiani, dopo quelli negli Stati Uniti del 1907 a Monongah e del 1913 a Dawson.
Il prossimo 8 agosto, a sessantasette anni dal tragico rogo, mentre in Belgio il sindaco Giorgio De Luca e il presidente del Consiglio comunale Davide Iezzi parteciperanno alle celebrazioni promosse a Charleroi, nel sito delle ex miniere del Bois du Cazier, oggi centro studi e museo, cui prenderanno parte autorità italiane ed europee; a Manoppello, sono programma una serie di iniziative dedicate alla memoria di Maria Di Valerio, vedova di Marcinelle, recentemente scomparsa.
Fitto il programma dell’8 agosto che vedrà la presenza a Manoppello di Jean-Louis Delaet, direttore, fino ad aprile scorso, del Bois du Cazier, ex miniera e luogo della memoria, riconosciuto patrimonio mondiale Unesco nel 2012; e di una delegazione che arriverà in Abruzzo dal Trentino Alto Adige, guidata da Giovanna Chiarani, sindaca del Comune di Drena, Ginetta Santoni, assessora alla Cultura del Comune di Dro e Sebastiano Matteotti, presidente della Pro Loco Sant’Antonio Dro APS.
In concomitanza con la cerimonia che si svolgerà in Belgio; Manoppello, alle ore 8.10, ricorderà le vittime della tragedia dell’8 agosto, in piazza Marcinelle, con la solenne cerimonia di commemorazione, la lettura dei nomi dei caduti abruzzesi e trentini e la deposizione della corona d’alloro al monumento che ricorda i minatori. Non mancheranno i momenti dedicati alla testimonianza con il coinvolgimento dei familiari dei minatori scomparsi in Belgio e della vedova manoppellese Lucia Romasco.
Successivamente, alle ore 9, è prevista la visita alla Cappella Vittime di Marcinelle ospitata nel cimitero comunale nei pressi della Basilica del Volto Santo, per l’omaggio floreale e un momento di preghiera.
Le celebrazioni proseguiranno in serata, alle 19.30, in vicolo San Nicola, con la presentazione del libro “Vite di miniera” alla presenza dell’autrice Vilma Calza e si concluderanno in piazza Marcinelle con il concerto di Lara Molino, cantautrice abruzzese ed autrice singolo “8 agosto 1956” dedicato ai Caduti di Marcinelle.
Prima del concerto sono previsti un momento di riflessione sul valore della memoria e della sicurezza nei luoghi di lavoro e la presentazione del video “8 agosto 1956” per la regia di Matteo Veleno, le cui immagini accompagnano il singolo di Lara Molino, una vera e propria poesia in musica, sottolineata dal suono di chitarra e fisarmonica.
“Marcinelle – ha detto il sindaco Giorgio De Luca - rappresenta uno dei tasselli più dolorosi del variegato mosaico della migrazione italiana nel mondo. Ricordare e omaggiare oggi le vittime del Bois du Cazier significa anche fare un’analisi critica sulle logiche di sfruttamento e i rischi sul lavoro. Ci mancheranno quest’anno la testimonianza e il sorriso di Maria Di Valerio, che rimase vedova di Camillo Iezzi a soli 18 anni, scomparsa pochi giorni fa. Come ho avuto modo di dire in più occasioni – ha aggiunto il primo cittadino - il mio legame con Marcinelle oltrepassa il ruolo pubblico, collocandosi di fatto in una dimensione più intima, la stessa che coinvolge tanti cittadini di Manoppello e che appartiene al nostro vissuto di comunità, anche dopo 67 anni.”
Le celebrazioni in memoria dei minatori vittime del fuoco del Bois du Cazier, promosse dal Comune in collaborazione con il Centro studi Marcinelle, l’Oratorio San Nicola e la Pro loco, si svolgeranno alla presenza dei rappresentanti dello Stato, delle autorità regionali e locali, di sindacati e associazioni, non solo a Manoppello, ma anche nei Comuni Lettomanoppello e Turrivalignani.
*******Cosa accadde 65 anni fa in Belgio********
Una delle più gravi tragedie minerarie della storia si verificò l’8 agosto 1956, nella miniera di carbone di Bois du Cazier (appena fuori la cittadina belga di Marcinelle) dove si sviluppò un incendio che causò una strage. 262 minatori morirono, per le ustioni, il fumo e i gas tossici. 136 erano italiani.
Erano le 8 e 10 dell’8 agosto 1956 quando le scintille causate dal corto circuito fecero incendiare 800 litri di olio in polvere e le strutture in legno del pozzo. L’incendio si estese alle gallerie superiori, mentre sotto, a 1.035 metri sottoterra, i minatori venivano soffocati dal fumo. Solo sette operai riuscirono a risalire. In totale si salvarono in 12. Il 22 agosto, dopo due settimane di ricerche, mentre una fumata nera e acre continuava a uscire dal pozzo sinistrato, uno dei soccorritori che tornava dalle viscere della miniera non poté che lanciare un grido di orrore: «Tutti cadaveri!».
In ricordo della tragedia, oggi la miniera Bois du Cazier è patrimonio Unesco.
La tragedia della miniera di carbone di Marcinelle è soprattutto una tragedia degli italiani immigrati in Belgio nel dopoguerra.
Tra il 1946 e il 1956 più di 140mila italiani varcarono le Alpi per andare a lavorare nelle miniere di carbone della Vallonia. Era il prezzo di un accordo tra Italia e Belgio che prevedeva un gigantesco baratto: l’Italia doveva inviare in Belgio 2mila uomini a settimana e, in cambio dell’afflusso di braccia, Bruxelles si impegnava a fornire a Roma 200 chilogrammi di carbone al giorno per ogni minatore.
Il nostro Paese a quell’epoca soffriva ancora degli strascichi della guerra: 2 milioni di disoccupati e grandi zone ridotte in miseria. Nella parte francofona del Belgio, invece, la mancanza di manodopera nelle miniere di carbone frenava la produzione. Così si arrivò al durissimo accordo italo-belga."