Riconoscimento di "Torricellano del Mondo 2023" assegnato ad Angelo di Tommaso

Tante sono le commemorazioni che si svolgono in questi giorni nel ricordo della Tragedia di Marcinelle, 67 anni dopo quel terribile evento, che avvenne l’8 agosto del 1956 e che comportò la morte di tanti italiani, moltissimi dei quali abruzzesi.
Di seguito il comunicato del Comune di Manoppello 👉 https://comune.manoppello.pe.it/notizie/1967561/omaggio-minatori-morti-67-anni-fa-belgio-incendio?fbclid=IwAR1jCYOSiBGMRDC3n9gHTzQASOgsdWauKcXNavPvFFOKEGrvqbu0dmjyK9g
"A pochi giorni dalla scomparsa di Maria Di Valerio, testimone e tra le ultime vedove di Marcinelle; Manoppello si appresta a commemorare, martedì 8 agosto, le vittime del disastroso incendio della miniera di carbone di Bois du Cazier, nel Comune belga di Charleroi. Qui persero la vita 262 minatori, di cui 136 erano italiani. Di questi 60 erano abruzzesi, 22 di loro provenivano Manoppello per questo considerata “Città Martire”. Fu il terzo incidente minerario per il numero di morti italiani, dopo quelli negli Stati Uniti del 1907 a Monongah e del 1913 a Dawson.
Il prossimo 8 agosto, a sessantasette anni dal tragico rogo, mentre in Belgio il sindaco Giorgio De Luca e il presidente del Consiglio comunale Davide Iezzi parteciperanno alle celebrazioni promosse a Charleroi, nel sito delle ex miniere del Bois du Cazier, oggi centro studi e museo, cui prenderanno parte autorità italiane ed europee; a Manoppello, sono programma una serie di iniziative dedicate alla memoria di Maria Di Valerio, vedova di Marcinelle, recentemente scomparsa.
Fitto il programma dell’8 agosto che vedrà la presenza a Manoppello di Jean-Louis Delaet, direttore, fino ad aprile scorso, del Bois du Cazier, ex miniera e luogo della memoria, riconosciuto patrimonio mondiale Unesco nel 2012; e di una delegazione che arriverà in Abruzzo dal Trentino Alto Adige, guidata da Giovanna Chiarani, sindaca del Comune di Drena, Ginetta Santoni, assessora alla Cultura del Comune di Dro e Sebastiano Matteotti, presidente della Pro Loco Sant’Antonio Dro APS.
In concomitanza con la cerimonia che si svolgerà in Belgio; Manoppello, alle ore 8.10, ricorderà le vittime della tragedia dell’8 agosto, in piazza Marcinelle, con la solenne cerimonia di commemorazione, la lettura dei nomi dei caduti abruzzesi e trentini e la deposizione della corona d’alloro al monumento che ricorda i minatori. Non mancheranno i momenti dedicati alla testimonianza con il coinvolgimento dei familiari dei minatori scomparsi in Belgio e della vedova manoppellese Lucia Romasco.
Successivamente, alle ore 9, è prevista la visita alla Cappella Vittime di Marcinelle ospitata nel cimitero comunale nei pressi della Basilica del Volto Santo, per l’omaggio floreale e un momento di preghiera.
Le celebrazioni proseguiranno in serata, alle 19.30, in vicolo San Nicola, con la presentazione del libro “Vite di miniera” alla presenza dell’autrice Vilma Calza e si concluderanno in piazza Marcinelle con il concerto di Lara Molino, cantautrice abruzzese ed autrice singolo “8 agosto 1956” dedicato ai Caduti di Marcinelle.
Prima del concerto sono previsti un momento di riflessione sul valore della memoria e della sicurezza nei luoghi di lavoro e la presentazione del video “8 agosto 1956” per la regia di Matteo Veleno, le cui immagini accompagnano il singolo di Lara Molino, una vera e propria poesia in musica, sottolineata dal suono di chitarra e fisarmonica.
“Marcinelle – ha detto il sindaco Giorgio De Luca - rappresenta uno dei tasselli più dolorosi del variegato mosaico della migrazione italiana nel mondo. Ricordare e omaggiare oggi le vittime del Bois du Cazier significa anche fare un’analisi critica sulle logiche di sfruttamento e i rischi sul lavoro. Ci mancheranno quest’anno la testimonianza e il sorriso di Maria Di Valerio, che rimase vedova di Camillo Iezzi a soli 18 anni, scomparsa pochi giorni fa. Come ho avuto modo di dire in più occasioni – ha aggiunto il primo cittadino - il mio legame con Marcinelle oltrepassa il ruolo pubblico, collocandosi di fatto in una dimensione più intima, la stessa che coinvolge tanti cittadini di Manoppello e che appartiene al nostro vissuto di comunità, anche dopo 67 anni.”
Le celebrazioni in memoria dei minatori vittime del fuoco del Bois du Cazier, promosse dal Comune in collaborazione con il Centro studi Marcinelle, l’Oratorio San Nicola e la Pro loco, si svolgeranno alla presenza dei rappresentanti dello Stato, delle autorità regionali e locali, di sindacati e associazioni, non solo a Manoppello, ma anche nei Comuni Lettomanoppello e Turrivalignani.
*******Cosa accadde 65 anni fa in Belgio********
Una delle più gravi tragedie minerarie della storia si verificò l’8 agosto 1956, nella miniera di carbone di Bois du Cazier (appena fuori la cittadina belga di Marcinelle) dove si sviluppò un incendio che causò una strage. 262 minatori morirono, per le ustioni, il fumo e i gas tossici. 136 erano italiani.
Erano le 8 e 10 dell’8 agosto 1956 quando le scintille causate dal corto circuito fecero incendiare 800 litri di olio in polvere e le strutture in legno del pozzo. L’incendio si estese alle gallerie superiori, mentre sotto, a 1.035 metri sottoterra, i minatori venivano soffocati dal fumo. Solo sette operai riuscirono a risalire. In totale si salvarono in 12. Il 22 agosto, dopo due settimane di ricerche, mentre una fumata nera e acre continuava a uscire dal pozzo sinistrato, uno dei soccorritori che tornava dalle viscere della miniera non poté che lanciare un grido di orrore: «Tutti cadaveri!».
In ricordo della tragedia, oggi la miniera Bois du Cazier è patrimonio Unesco.
La tragedia della miniera di carbone di Marcinelle è soprattutto una tragedia degli italiani immigrati in Belgio nel dopoguerra.
Tra il 1946 e il 1956 più di 140mila italiani varcarono le Alpi per andare a lavorare nelle miniere di carbone della Vallonia. Era il prezzo di un accordo tra Italia e Belgio che prevedeva un gigantesco baratto: l’Italia doveva inviare in Belgio 2mila uomini a settimana e, in cambio dell’afflusso di braccia, Bruxelles si impegnava a fornire a Roma 200 chilogrammi di carbone al giorno per ogni minatore.
Il nostro Paese a quell’epoca soffriva ancora degli strascichi della guerra: 2 milioni di disoccupati e grandi zone ridotte in miseria. Nella parte francofona del Belgio, invece, la mancanza di manodopera nelle miniere di carbone frenava la produzione. Così si arrivò al durissimo accordo italo-belga."
Nella Giornata degli Abruzzesi nel Mondo facciamo anche noi gli auguri a tutti i nostri corregionali in Italia e all’estero, condividendo le parole del Consigliere Regionale e Consigliere CRAM, Roberto Santangelo: “ In occasione della Giornata degli Abruzzesi nel mondo che si celebra oggi, ho il piacere di stringere in un abbraccio virtuale tutte le comunità di abruzzesi legate a noi dal filo invisibile dell'identità culturale”
📍 Il Festival della Diplomazia, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Frosinone e con il Patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), dà il via al Concorso Nazionale “EMIGRAZIONE E MOBILITA' UMANA" finalizzato alla realizzazione di una graphic novel in lingua italiana.
📍 La partecipazione è gratuita e rivolta a giovani under 30 che dovranno illustrare aspetti e racconti particolarmente significativi sulla presenza italiana all’estero, elaborando e inviando la propria opera, in lingua italiana, entro le ore 24 del 15 settembre 2023.
📍 L’obiettivo del premio è quello di illustrare aspetti e racconti particolarmente significativi sulla presenza italiana all’estero, con riguardo a comunità o personaggi emigrati nelle epoche passate, ovvero anche ai flussi di più recente mobilità.
📍 Il premio che si aggiudicherà il vincitore è di euro 1.000; se la realizzazione e pubblicazione dell'intera graphic novel verrà eseguita entro sei mesi, il vincitore avrà a disposizione ulteriori euro 1.000.
📍 L’esito delle valutazioni da parte della giuria di esperti sarà pubblicato entro il 5 ottobre sul sito 👉 www.festivaldelladiplomazia.it
📍 Una selezione delle migliori tavole presentate al Concorso, scelte dalla Giuria, sarà esposta in occasione del Festival della Diplomazia, in programma a Roma dal 19 al 27 ottobre 2023, e successivamente all’interno dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone in data da definire.
PER SAPERNE DI PIÙ 👉 https://www.accademiabellearti.fr.it/news/concorso-nazionale-graphic-novel/
Si sono concluse il 12 Luglio le due giornate promosse dal CRAM e dal Consiglio regionale dell'Abruzzo volte a rafforzare il già solido legame tra la città di Hamilton in Canada e l’Abruzzo.
Molto sentito è stato l’omaggio ai soldati canadesi, sepolti nel cimitero di “Moro River” a Ortona, che ha quindi chiuso la visita in Abruzzo della sindaca di Hamilton, Andrea Horwath.
Di grande valore simbolico è stata la deposizione di fiori alla stele commemorativa dei soldati che caddero nel 1943 nei combattimenti per l’attraversamento del fiume Moro e successivamente nella Battaglia di Ortona, così come la sottoscrizione da parte della Howarth del “libro delle visite” del cimitero Moro River.
Hanno partecipato alla cerimonia, oltre alla sindaca di Hamilton, anche il Vice Presidente del Consiglio Regionale e Consigliere CRAM, Roberto Santangelo; il sindaco di Ortona Leo Castiglione; il sindaco di Casoli (CH) e Presidente della Provincia di Chieti Massimo Tiberini; il rappresentante dell’Osservatorio dell’Emigrazione, Antonio Innaurato; la responsabile dell’Ufficio regionale Programmazione, Innovazione e Competitività delle Politiche Turistiche, competente per il CRAM, Cinzia Liberatore e la funzionaria regionale referente MAECI per il Turismo delle Radici, Michela Portacci.
“Dopo la festa di ieri, con i sindaci dei Comuni gemellati con Hamilton, questa mattina abbiamo voluto celebrare un momento solenne. Il ricordo e la testimonianza dei caduti, in ogni guerra e in ogni nazione, ci porta a riflettere sul valore universale della pace. È stato un onore rappresentare l’Istituzione regionale, convinto che riconnettendo le memorie e i vissuti degli ‘abruzzesi fuori dall’Abruzzo’ sarà possibile rinforzare il senso identitario della nostra regione”. Queste le parole del consigliere Santangelo a conclusione delle due giornate dedicate a suggellato il legame tra Hamilton ed i luoghi d’Abruzzo centrali nella storia dell’emigrazione italo-canadese.
Martedì 11 luglio si è tenuto un incontro presso la Sala Comunale di Pratola Peligna volto a consolidare il gemellaggio di 7 Comuni abruzzesi - Pratola Peligna (AQ), Gagliano Aterno (AQ), Castiglione a Casauria (PE), Pacentro (AQ), Sulmona (AQ), Pettorano Sul Gizio (AQ), Villetta Barrea (AQ) - con la città di Hamilton (Canada), rappresentata dalla sindaca Andrea Horwath.
Questo è stato il primo dei due eventi promossi dal CRAM e dal Consiglio regionale dell'Abruzzo per consolidare i legami tra la città di Hamilton e l’Abruzzo.
“Il Canada non sarebbe il paese che è senza immigrati. Gli abruzzesi, in particolare, sono davvero ‘forti e gentili’ come si dice. Sono brave persone, si danno da fare e sono molto fiera di loro perché sono stati tra i fondatori della città di Hamilton”. Queste le parole della Horwath che è stata accolta dal Vice Presidente del Consiglio Regionale e Consigliere CRAM Roberto Santangelo e dal sindaco di Pratola Peligna Antonella Di Nino.
Santangelo ha sottolineato la volontà di consolidare il già forte legame tra l’Abruzzo ed il Canada anche in vista dell’anno delle Radici Italiane, “evento di richiamo per i discendenti degli emigrati italiani nel mondo, previsto per il 2024 per il quale sono stati stanziati dal Governo oltre 20 milioni di euro per il turismo di ritorno”. Ha ricordato ad esempio che nella città di Toronto vivono 80mila abruzzesi.
All’incontro hanno partecipato anche gli amministratori degli altri comuni gemellati, oltre ai docenti e studenti del Liceo di Scienze Umane “Giambattista Vico” di Sulmona che hanno donato una copia del volume bilingue “Voci d’Abruzzo–Voices of Abruzzo.
Tra i presenti anche Larry Di Ianni, sindaco di Hamilton dal 2003 al 2006, che racconta di come gli abruzzesi abbiano lavorato sodo e con onore per integrarsi nella comunità canadese, ed aggiunge: "naturalmente siamo fieri di essere canadesi, ma con una grande passione per l’Italia, per la nostra terra qui. Devo dire la verità, quando ritorno in Abruzzo, e ci vengo più spesso possibile, mi sento mi sento a casa.”
Ricorre quest’anno, e precisamente il 9 luglio, il centenario della morte di Gennaro Finamore, medico, antropologo e glottologo abruzzese. A lui dobbiamo importantissimi studi sul dialetto, le tradizioni, i canti, le credenze, gli usi e costumi abruzzesi.
Molte sono le opere dedicate alla nostra regione e ai suoi abitanti, innumerevoli i contributi che ha lasciato alla storia degli studi folcloristici, linguistici e demo-etno-antropologici.
Tra queste ricordiamo il "Vocabolario dell'uso abruzzese” (1880), il volume sui “Canti popolari di Gessopalena” (1865), quelli sulle “Tradizioni popolari abruzzesi”(1882), ma anche “Credenze, usi e costumi abruzzesi” (1890), “Storie popolari in versi” (1882), “Dialetto e lingua” (1898). Alcune opere sono nate anche dalla collaborazione con l’amico ed insigne folclorista siciliano Giuseppe Pitrè.
In occasione della ricorrenza dei cento anni dalla scomparsa di Finamore, si terranno sabato 8 luglio e domenica 9 luglio, due giornate a lui dedicate.
Il programma di celebrazioni, dal titolo “Gennaro Finamore. Pioniere degli studi etnologici nazionali.”, ricco di illustri interventi di antropologi e studiosi di livello nazionale e internazionale, si svolgerà l’8 luglio presso la Fondazione Pescarabruzzo (a Pescara) ed il 9 luglio presso il Teatro Finamore Gessopalena (a lui dedicato) a Gessopalena.
Le opere di Gennaro Finamore ci permettono di conoscere e comprendere meglio le nostre origini, la nostra identità, e di riflettere sulle dinamiche di sviluppo delle nostre aree interne.
"Da medico, Finamore osserva gli abitanti delle campagne abruzzesi i quali, nonostante vivano in povertà e in condizioni igienico sanitarie precarie, mantengono un forte legame con le tradizioni, i proverbi, i canti e le credenze popolari. Da qui, Finamore sviluppa un interesse per le tradizioni popolari e il dialetto, che indaga con la metodologia storiografica ed etnografica tipica dell’antropologia culturale." (tratto dal "Programma delle iniziative per il centenario della scomparsa di Gennaro Finamore")